Come spesso accade quando ti affidi all’intuito, ti ritrovi a dare un senso alle cose a posteriori. Vale anche per la scelta dei libri letti durante il lockdown.
Innanzitutto sono convinta i libri non si scelgano, ma siano loro a chiamarci nel momento in cui è giusto che li leggiamo. Per questo non credo si possano realmente consigliare, trovo però sia necessario creare le condizioni perché si mostrino a noi quand’è opportuno. Ecco perché bisogna sempre avere libri a disposizione, scambiarli e parlarne spesso, in modo da avere una lunga e viva lista da cui poter pescare il titolo giusto, quand’è ora.
A riguardare la forma assunta dal mio scaffale tra marzo e giugno, pare che i libri mi abbiano cercata per dirmi: apri quella mente. Altrimenti non si spiegherebbe la tacita e armoniosa convivenza di un russo con un francese, qualche americano, una cilena, un cileno, un italiano e un paio di Maestri indiani. (Più un ungherese, uno spagnolo e un altro italiano invisibili a scaffale ma presenti in forma di ebook).
Questa esigenza inconscia di moltiplicare i punti di vista mi ha fatto riscoprire in modo più vivido di altre occasioni quante possibilità abbiamo di sovvertire i nostri stessi pensieri. Pensieri che magari, in un momento come quello di una pandemia globale con annessa clausura domestica, hanno preso le sembianze di granitiche realtà.
E la cosa migliore che accade quando si mette tutto in discussione, ci si accorge che i pensieri non sono fatti concreti e ci si apre alla diversità, è la sensazione di sentirsi più vivi, più pieni. È un’opportunità piuttosto vantaggiosa quella che offrono i libri, di poter starsene seduti tra i cuscini a leggere parole col potenziale di cambiarti la vita, mettendoti a pochi centimetri dagli occhi l’evidenza che a precludersi la complessità del mondo, in fin dei conti ci perdiamo solo noi.
Mossa da una delle poche ragioni che mi muovono sempre, ossia la voglia di condividere ciò che di buono mi capita, mi è parso sensato riportare qui i libri che nei mesi di chiusura mi hanno aiutata a guardare con altri occhi. Ecco la lista delle letture che, come avrete ben inteso non vi consiglio, ma lascio ad uso e consumo di chi voglia alimentare la propria.
(Data la premessa, la lista è in ordine cronologico).
- Settembre 1972 (Imre Oravecz)
- Un lavoro vero (Alberto Madrigal)
- Il Maestro e Margherita (Michail Bulgakov)
- Storie vere e verissime (Ermanno Cavazzoni)
- Io cammino da solo (Henry David Thoreau)
- L’albergo delle donne tristi (Marcela Serrano)
- Patanjali rivelato (Swami Kriyananda)
- La scienza dello yoga (I. K. Taimni)
- Metodo Mindfulness (Mark Williams, Danny Penman)
- In acque profonde (David Lynch)
- La scuola di pizze in faccia (Zerocalcare)
- La schiuma dei giorni (Boris Vian)
- Illuminations (Arthur Rimbaud)
- Ho paura torero (Pedro Lemebel)
(Dopo aver osservato per svariati minuti la lista senza sapere come condensare tutta la bellezza contenuta in questi libri, ho pensato fosse giusto dedicare un post ad hoc per raccontare minimamente ciascuna lettura).
Quindi: lunedì in arrivo la parte 2.
P.S.
Ho linkato ad Amazon i libri di case editrici senza e-commerce, ma se avete la possibilità di andare nella libreria sotto casa, mano sul cuore, fatelo.
Grazie e a presto,
Veronica