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L’entusiasmo non è un trend

Non mi pare che nel 2020 dimostrarsi genuinamente entusiasti sia ben accetto. Si rischiano diffidenza, sguardi sulla difensiva, fredda accondiscendenza. La gentilezza prima di tutto, ma niente complicità.

Gli entusiasti tendono a far rumore, a raccontare con trasporto nonostante la mancanza di una reazione incoraggiante, a portare della gioia – che è lo scenario peggiore per qualunque cantante indie. A volte insistono sulle loro idee, difendono quello che gli sembra giusto, continuano a fare ciò che li fa stare bene, noncuranti di trovarsi in un momento in cui non sarebbe opportuno condividere positività.

In effetti, a vederla in superficie, non credo che la società di oggi sia fatta per gli entusiasti, ma credo sia essenziale proteggere questa specie sempre più rara perché, nonostante il ripudio consensuale e i silenzi fintamente indifferenti, di entusiasmo ne abbiamo tutti estremamente bisogno.

L’entusiasmo è la sola arma di cui possiamo dotarci noi, pacifisti in lotta perenne, cercatori infaticabili, rielaboratori della realtà e fanatici della vita. Amatori e amanti.

Quello che penso, è che ci voglia una gran dose di entusiasmo per fare qualcosa che nessuno ti ha richiesto di fare. Intraprendere una strada più lunga e meno illuminata.

L’entusiasmo è sintomo di un’urgenza, e l’urgenza può essere soppressa o accolta.

Se soppressa, tende ad imbruttire, come chi si lamenta senza mai provare a cambiare, come chi cerca di controllare l’entusiasmo perché è così che ci stanno insegnando a crescere: impassibili, imperscrutabili.

Se accolta, può mettere in moto una corrente di salmoni sguazzanti con i loro dorsi lucidi a risalire la corrente.

A dir la verità c’è anche una via di mezzo, che come sempre è quella meno affascinante: la sensazione di urgenza che si è più propensi ad accogliere che a reprimere, ma che va rinfrancata con una certa volontà, o disciplina, o motivazione.

Perché può essere faticoso arrivare in fondo alla giornata e credere ancora in qualcosa, può sembrare una cazzata strappare due ore al sonno per provare a fare quello sforzo extra, esperimento di un qualcosa che magari non sarà mai. Ma è una di quelle cazzate che ti può cambiare l’umore, e magari anche la vita.

Allora io voglio ringraziare tutti gli entusiasti che continuano a popolare le mie e le nostre giornate con un pensiero, un’idea, mandandoci una mail, un messaggio, un vocale inaspettato, un suggerimento radio, una fotografia, una canzone appena uscita che ci farà cadere dalla sedia.

Siete contagiosi, siete forza, siete speranza.

Grazie, e a presto.
Veronica