Self-inventing machine

Stavo rileggendo per l’ennesima volta “Show your work” di Austin Kleon. Il libro di mezzo della sua trilogia formata da “Steal like an artist” e “Keep going”. Ed è stata quell’ennesima volta a farmi notare le parole “self-invention machine”.

Austin le contrappone a “self-promotion machine”, riferendosi al fatto di concepire il proprio sito non necessariamente come un mezzo per promuoversi, quanto un luogo in cui permettersi di inventare la propria identità: online, sostiene, puoi diventare chi vuoi essere.

Questo mi ha fatto pensare che sarebbe stato interessante applicare il concetto al luogo stesso: un sito immaginato come capace di auto-inventarsi e auto-definirsi, riflettendo il processo creativo e i suoi risultati, e diventando quindi un’identità in costante trasformazione, a seconda dei contenuti che lo popolano.

Ecco che dalla self-invention, è nata la self-inventing machine.

Più che una vetrina da contemplare, vorrei che questo diventasse uno spazio da usare.
Un banco da lavoro su cui depositare ciò che si muove sotto la superficie di un progetto, le intuizioni, le ispirazioni e le scoperte fortuite, per osservare le connessioni mentre si creano e le idee mentre prendono forma.

Io farò del mio meglio per alimentarlo. Ciò che potrà diventare, lo scopriremo.