Le mini zine sono ispirate al lavoro di Malaka Gharib e Austin Kleon in due modi opposti e complementari.
Nel corso degli anni sono tornata svariate volte su questo formato, ma solo di recente ho cominciato a usarlo in modo più sistematico per dare la forma a uno spunto, o al contrario per muovere le mani e vedere se potesse nascere qualcosa.
In effetti, la cosa che preferisco di queste zine di 8 pagine fatte piegando un foglio A5 è che funzionano in entrambi i casi: come supporto per per un pensiero appena formato, o come banco di lavoro per superare un blocco.
Influenzata dall’autrice e fumettista filippina-egiziana-americana Malaka Gharib, ho condiviso senza pretese i miei esperimenti su Instagram. Mini zine fatte in 10 minuti su carta da fotocopiatrice già usata da un lato, nate dalla semplice urgenza di condividere un pensiero prima che sparisse. Avevo qualcosa da dire, e per me è sempre stato un piacere sintetizzare fino all’osso, raccontare una storia col numero minore possibile di parole.
Poi è successo che siano arrivati giorni diversi, di quelli in cui la vita lì fuori prende il sopravvento su ogni altra velleità. Per cui mi sono trovata con la testa in panne. Volevo scrivere e non riuscivo a farlo, avevo bisogno di muovere le mani per non implodere. Così è subentrata l’altra modalità: entrare nel processo. Piega il foglio 3 volte, apri, taglia, ripiega. Sono 8 pagine bianche ma sono di dimensioni ridotte. Eppure non so da che parte iniziare. Mi viene in mente l’approccio di un altro autore: Austin Kleon.
Lui usa le parole degli altri, le taglia, le rimescola per far nascere qualcosa di nuovo. Ci provo con un libro che da anni ho nella libreria, un gadget da Cannes Lions, un saggio sulla creatività che non ho mai letto. Lo apro a caso e strappo una pagina, con un cutter chirurgico comincio la mia operazione: lascio che le parole mi saltino all’occhio, le circondo, le taglio per farle mie, inserirle in un discorso diverso. Rimangono per il tempo che serve sul mio piano da lavoro, aspetto che mi suggeriscano qualcosa. Poi è questione di un attimo, incollo, riempio quelle 8 pagine.
Non riuscirò mai a smettere di meravigliarmi come la mancanza di ispirazione e motivazione possano essere superate predisponendosi al lavoro.
Scrivere dell’incapacità di superare un blocco dà come risultato un pezzo scritto. E il blocco? Sparito, forse momentaneamente, ma un primo passo è stato fatto, ed è quello decisivo.
Qui le zine condivise finora con i link per leggerle. Conto di aggiornare questo post man mano che ne produrrò altre.
- La pagina bianca
- Vivere nel presente
- Lanciare la moneta
- Perché vale sempre la pena iniziare
- “This is an important finding”
- ‘Doing’ as opposed to ‘saying’
Grazie di essere arrivato fino a qui.
A presto,
Veronica.